Forse, pensando ai Gremlins, il Natale non è la prima cosa che ti viene in mente. Eppure le due cose sono strettamente legate.
Tutto nasce con un regalo – un regalo di Natale, appunto – da un padre a suo figlio. Un tenero animaletto di una specie che nessuno pare aver mai visto prima, docile come un cane, tenero come un peluche. Trattasi di un mogwai, per essere precisi, a cui è stato dato il nome di Gizmo.
Tre regole bisogna seguire per prendersene cura: non esporlo alla luce, men che mai a quella solare, non bagnarlo e non dargli da mangiare dopo la mezzanotte. Un po’ insolito, ma comunque semplice, no?
Ma Gremlins è il più archetipico dei film fantahorror. Se qualcuno ti dice di non fare una cosa, tu la fai. Perché funziona così. Ed è qui che si scatena la girandola di avvenimenti che, dal povero Gizmo, partorirà una serie infinita di orrendi, malvagi quanto piccoli mostri, che vanno sotto la denominazione di gremlin, manco a dirlo.
Tutto il film, che porta le tre strepitose firme di Joe Dante (regia), Chris Columbus (soggetto) e Steven Spielberg (produzione), è un grande omaggio al cinema, da Indiana Jones a La vita è meravigliosa passando per Orson Welles, finendo a sua volta per diventare materiale da citazione. La scena iniziale, col misterioso negozio a Chinatown, l’anziano venditore stereotipato e silenzioso, custode di una saggezza segreta che il mondo non è pronto a recepire, la dice già lunga (non vi ricorda tanto quel personaggio dei Simpson?). E il sequel di quattro anni dopo dimostrerà come il gioco possa cedere anche all’autocitazionismo.
Archetipico, e pure squisitamente adolescenziale. Non soltanto, banalmente, per i due giovani protagonisti, ma perché ripropone gli schemi di quel cinema che parla prettamente ai teenager.
Hai visto mai che i ragazzi non siano i primi ad accorgersi del pericolo, e riescano a sventarlo senza l’aiuto degli inutili, scettici genitori?
Hai visto mai che un ragazzo e una ragazza non sconfiggano il male assieme e quando cala il sipario restino ancora assieme?
Sono quelle situazioni tipiche del cinema popolare in cui Gremlins affonda – coscientemente, direi – i suoi artigli. Non da ultimo, anche nel classico spirito natalizio da grande schermo. Perché a Natale chi non è buono con il prossimo viene inesorabilmente punito. Che sia il karma, la provvidenza o dei mostriciattoli dispettosi.
VOTO: 7
Rispondi